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Due terre quanto mai diverse, chi arriva dalla Liguria, con le temperature miti, il rumore delle onde e della Via Aurelia, il mare. Chi dalla Valtellina, il freddo, il silenzio interrotto dal rintocco di un campanile, le montagne.

 

Quasi cinque ore di automobile dividono Chiavari da Sondalo, ma la distanza geografica è stata del tutto annullata dall’amicizia che si è consolidata e che lega le due realtà.

 

Tutto nasce nel luglio 2012, i giocatori dell’Entella partono alla volta del comune in provincia di Sondrio per il ritiro estivo. L’accoglienza è da “brivido”. Aldilà delle  strutture e del prezioso contorno naturalistico è l’umanità dei sondalini a far sentire tutti come a casa. 

 

Nascono tanti rapporti umani che vengono coltivati nel tempo, per tre anni consecutivi i biancocelesti scelgono Sondalo come sede del ritiro, immancabili le amichevoli con i padroni di casa e le trasferte dalla Valtellina al Comunale per seguire l’Entella, trecento ottanta kilometri di strada per novanta minuti di partita, passione e amicizia vera. 

 

I risultati sportivi dei gialloblù, che militano in Seconda Categoria, non sono oggi ancora del tutto soddisfacenti ma sicuramente miglioreranno in futuro, l’allenatrice Silvana Zanini è già al lavoro per questo. 

 

Ma una vittoria che non vale i tre punti, ma molto di più, è già stata messa in cassaforte: l’organizzazione di un camp estivo d’avanguardia per ragazzi disabili, una rarità in tutta la regione Lombardia. 

 

Ci sono valori che sono più importanti di un successo sportivo, e difficilmente questo arriva se mancano alla base doti umane. Il Sondalo porta avanti una missione importante che lega sport, socialità e inclusione. Non solo una squadra di calcio, ma una vera e propria famiglia, di cui siamo orgogliosamente amici e che ancora una volta si dimostra davvero speciale.