Di parole ne potremmo scrivere tante – anzi, tantissime – per raccontare chi, da 17 anni, indossa con orgoglio, amore, rispetto e spirito di appartenenza la nostra maglia.
Ma oggi ce n’è solo una che ci viene spontanea. La più semplice, la più vera.
Grazie.
Grazie, Andre.
Grazie per ogni parata, per ogni tuffo sotto l’incrocio, per ogni volta che ci hai fatto trattenere il fiato e poi esplodere di gioia.
Grazie anche per quel gol che non ci aspettavamo, e che invece è diventato uno dei simboli della nostra scalata.
Ma soprattutto, Andre, grazie per ciò che sei stato per tutti noi: un punto fermo, un esempio, una voce sicura nei momenti difficili.
«Il calcio unisce e separa, taglia e ricompone, prende e restituisce. Ma ci sono persone che ti porti dentro, perché appartengono a un’altra categoria, perché ti hanno regalato e insegnato qualcosa senza chiedere nulla in cambio», commenta il presidente Antonio Gozzi.
«Andrea Paroni, la nostra bandiera, è una di queste. È il giocatore più longevo della mia gestione, il primo calciatore che ha creduto nel nostro modo di intendere il calcio.
Ha saputo unire le prodezze sul campo a valori autentici: fedeltà, passione, serietà, impegno, rigore, gratitudine, spirito di sacrificio e attaccamento alla maglia.
Una storia bellissima, capace di lasciare il segno, scritta da un chiavarese ormai “onorario”, per tutto l’affetto che ha saputo conquistarsi in questi anni. Da un ottimo calciatore, ma soprattutto da un grande uomo, a cui saremo per sempre riconoscenti.
Le cose più belle, nella vita come nel calcio, non si possono vedere né toccare. Si sentono con il cuore.
Grazie, Andrea, per ogni passo fatto insieme, per ogni parola giusta, per essere stato d’esempio a tanti compagni, per essere diventato semplicemente uno di noi.
La Virtus Entella sarà sempre casa tua.»
Oggi si chiude un capitolo, ma se ne apre immediatamente un altro. Andrea resterà con noi con un ruolo che comunicheremo nelle prossime settimane, perché certi amori non finiscono mai.