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Questa volta è proprio il caso di dirlo: “la prima volta non si scorda mai“. Così recitava lo slogan della campagna abbonamenti dell’Entella per il primo campionato della storia in serie B con testimone Costa. Così Gabriele, centrocampista classe 2004, commenta con orgoglio ed emozione il suo esordio tra i pro con la maglia biancoceleste. Una maglia che indossa fin da quando era bambino.

“Quando il mister si è girato per dirmi che era il mio momento è stato un vero colpo al cuore“, racconta Costa. “Sono sincero, era da tanto che aspettavo questa opportunità e poter debuttare tra i pro in casa con la maglia della squadra della mia città è stato davvero bellissimo“.

Sei in prima squadra da inizio anno, ti sentivi che domenica sarebbe arrivato il tuo momento?

“Sapevo che il momento sarebbe potuto arrivare, ma più che altro ci speravo. Questo è sempre stato il mio obiettivo, non solo da ritiro di Tavarone, ma in generale da quando ho iniziato a giocare da bambino per questi colori. Ho fatto tutta la trafila del settore giovanile qui e giocare per la squadra della mia città è da sempre un vanto per me. Essere riuscito a debuttare in casa, davanti ai miei amici e ai miei famigliari, mi ha riempito il cuore di gioia“.

L’anno scorso sei andato in serie D a farti le ossa. Hai sempre avuto chiaro in mente l’obiettivo di tornare a Chiavari e di esordire in serie C con l’Entella?

“Si, assolutamente. L’anno scorso è stato un anno importante per me perché mi ha dato modo di fare esperienza nel calcio dei grandi, prima a Pistoia e poi a Roma alla Nuova Florida, però, il mio pensiero è sempre stato uno solo: fare bene il più possibile per poi giocarmi le mie carte qui all’Entella“.

In questi giorni è tornato d’attualità il post della campagna abbonamenti della stagione 2014/2015, quello della prima volta dell’Entella in serie B e il protagonista eri stato proprio tu. Che ricordi hai di quel momento?

“La prima cosa che mi viene in mente è che quel bambino era emozionatissimo perché la squadra per cui tifava stava per giocare in un campionato fantastico, impensabile solo qualche anno prima. Ricordo anche che oltre alla felicità per quella foto, in me il sogno di arrivare un giorno a giocare in prima squadra era già fortissimo. Come ho detto prima è stato un desiderio costante che ha accompagnato tutto il mio processo di crescita“.

Il Legame di Costa e della sua famiglia con Chiavari e con l’Entella ha radici profonde. Tuo nonno, infatti, fu presidente dell’Entella e a lui è stato intitolato il campo della Colmata mare, campo nel quale ancora oggi si allena la Primavera biancoceleste e in cui anche tu hai mosso i primi passi.

“La prima persona a cui ho pensato al triplice fischio domenica è stato mio nonno. È stata una persona speciale, che ha fatto tantissimo sia per questa città che per l’Entella, di cui è sempre stato innamorato. Questo mio momento lo voglio dedicare a lui, e sono certo che sarebbe stato felice e orgoglioso. Ora, però, non voglio fermarmi. C’è un campionato da affrontare e voglio continuare a lavorare al massimo per provare a ritagliarmi dello spazio“.