Caro Presidente,
mi chiamo Claudio Vivona ho 46 anni, abito a Varazze (SV) e da ormai quasi 3 anni seguo l’Entella.
Tutto è iniziato una domenica in cui, avevo deciso di seguire con i miei cari una gara di serie B, nella fattispecie Entella-Ternana.
In quell’occasione qualche cosa mi ha subito legato in modo coinvolgente ed unico a questa squadra e a questi colori.
Come tanti altri ragazzi, uomini, donne e bambini la stagione in corso mi ha visto partecipare in modo attivo ai confronti settimanali (anche in orari quasi proibitivi) della squadra.
Ho messo in campo anche io tutto ciò che potevo ovvero il mio entusiasmo, la mia voce e la voglia di promuovere una squadra, un’idea di calcio, una società ottimamente organizzata ed anche una tifoseria che identifico quasi come famiglia e che, come tale, vive con passione i successi e a volte con frustrazione le delusioni ma che con determinazione sempre affronta le difficoltà.
In questi anni ed in particolare in questi mesi, vivendo le partite insieme a questa “famiglia” quasi sempre a Chiavari e molte volte in trasferta come a Marassi, Pistoia, Alessandria, Vercelli, Novara e Piacenza ho imparato a conoscere nomi, persone, storie ma soprattutto sentimenti che ognuno di loro mi ha saputo trasmettere.
Le emozioni che abbiamo condiviso in questi mesi, ( gioie ed amarezze) grazie a tutta la squadra, i calciatori, l’allenatore e tutto il movimento rappresentano momenti unici e irripetibili.
Oggi in molti si sentono feriti, per una sconfitta che ancora brucia.
Ieri sera sul pullman nr. 1 cercavo di rincuorare coloro che quasi non volevano credere ancora al risultato.
Ma lo sport è anche questo e a volte bisogna guardare oltre; oltre al risultato; oltre alla rabbia dei calciatori; oltre alla rabbia dei tifosi che non hanno ricevuto il saluto a fine partita; oltre alla pioggia e freddo che come me ieri sera hanno condiviso per un sogno.
Ma il sogno, caro Presidente, per me il sogno è sempre vivo perché come dice Cohelo solo una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire.
Io non ho paura di fallire poiché per me, rappresentare l’Entella come tifoso nel quotidiano, vuol dire credere sempre con entusiasmo fino all’ultimo ed accettare eventualmente il risultato con la consapevolezza di non avere mai abbandonato la sfida.
Sicuramente Caro Presidente, non avrà bisogno del mio incoraggiamento ma, le chiedo di non mollare, di continuare a trasmettere quel sogno ai ragazzi e alle loro famiglie.
Io sabato ci sarò, sarò in gradinata a sostenere l’Entella anche fossi da solo anche con la mia sola voce.
Forza Entella !
Un caro saluto
Claudio Vivona