Il giorno 23 gennaio alle 18 il mondo del calcio si è riunito al Memoriale della Shoah di Milano per una visita guidata a questo luogo simbolo della memoria, in quanto unico teatro delle deportazioni in Europa a essere rimasto intatto.
L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Memoriale della Shoah di Milano e dal procuratore sportivo e giornalista Gianluca Tizi, nasce come risposta agli episodi di xenofobia, antisemitismo, incitamento all’odio e altre forme di violenza verbale e non solo che, sempre più spesso, sporcano vergognosamente l’immagine del gioco del calcio. Un momento, quindi, per rilanciare i valori di collaborazione e uguaglianza che invece costituiscono e devono continuare a costituire la matrice identitaria del calcio e di tutto lo sport.
“La visita al Memoriale di una qualificata delegazione del mondo calcistico è un segnale di estrema importanza per la missione educativa della nostra istituzione” ha dichiarato Ferruccio De Bortoli, Presidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano. “Lo sport è disciplina, competizione, rispetto della dignità dell’avversario. Non esistono i nemici. Esistono i valori condivisi, le regole comuni. E la passione, il cuore. La memoria si nutre di questi ingredienti irrinunciabili in una società civile che voglia costruire il futuro senza dimenticare il passato”.
“Siamo felici che l’intero mondo del calcio abbia risposto in modo così caloroso al nostro invito” ha dichiarato Roberto Jarach, Vicepresidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano. “I recenti fatti di cronaca in ambito calcistico dimostrano che la questione razziale non è relegata a episodi del passato. L’incontro di oggi fa parlare passato e presente e punta alla costruzione di un futuro in cui le singole identità siano valorizzate come portatrici di ricchezza e valore, in tutti gli ambiti della vita civile e sociale”.
Alla visita guidata hanno partecipato diverse personalità del mondo del calcio, presente nella sua interezza: calciatori, manager, procuratori sportivi, esponenti delle principali realtà calcistiche italiane tra cui Mauro Balata e Paolo Bedin, rispettivamente presidente e direttore generale della Lega B, e poi Federico Balzaretti, Giuseppe Bergomi, Angelo Carbone, Andrea Conti, Pantaleo Corvino, Gianluigi Donnarumma, Daniele Massaro, Sandro Mazzola, Gianni Rivera, Gabriele Zamagna e Javier Zanetti. Per la Virtus Entella erano presenti Sabina Croce e il direttore generale Matteo Matteazzi.
Ad aderire con calore e convinzione all’iniziativa sono state moltissime realtà del mondo del calcio: FIGC, Lega Seria A, Lega B, Ascoli, Atalanta, Cremonese, Fiorentina, Giana Erminio, Inter, Juventus, Roma, Monza, Napoli, Novara, Sassuolo, Torino, Udinese, Virtus Entella, Dipartimento Calcio Femminile, Adise, Associazione Italiana Agenti Calciatori.
Il numero uno della LNPB si è soffermato sul valore dell’iniziativa a cui la seconda divisione non ha voluto mancare ribadendo “l’importanza per lo sport e per il calcio di essere presenti qui questa sera, per portare una testimonianza che aiuta a ricordare di ricordarsi diffondendo messaggi di tolleranza. Tolleranza e rispetto principi oggi più attuali che mai e che la Serie B promuove sulle maglie dei giocatori e in tutti i bordocampo degli stadi”.