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Derby amaro per l’ Entella che certamente non sta vivendo il miglior momento della stagione in un mese,  quello di Aprile denso di impegni ( 7 partite in 29 giorni) e denso purtroppo anche di qualche infortunio che ha privato Breda di alcuni tra i suoi giocatori più importanti da Troiano, a Diaw e Baraye che, ironia nella sorte erano forse nel loro massimo momento di condizione, fino ad arrivare all’ ultimo stop, il più recente di Ammari. Con queste premesse la partita contro uno Spezia ferito dalla sconfitta di Cesena era un test difficile nel quale l’ Entella per lunghi tratti non ha sfigurato venendo poi punita da un paio di episodi a metà tra l’ errore difensivo e la prodezza personale visto che i gol di Migliore e Pulzetti sono stati entrambi di ottima fattura.

Un momento di difficolta dal quale tuttavia si può uscire soltanto continuando a lavorare come la squadra ha sempre fatto in questa stagione nella quale come detto questo è il momento meno prolifico anche sotto l’ aspetto numerico con 5 punti nelle ultime 5 partite. E’ poi vero che questa fase del campionato è difficile non soltanto per i chiavaresi perché a 5 giornate dal termine i valori spesso si mescolano e i risultati a sorpresa sono all’ ordine del giorno come testimoniano per esempio i 3 punti nelle ultime cinque partite conquistati da Bari e Frosinone. Anche per questo i valori della classifica nonostante tutto restano pressochè immutati e l’ Entella ancora oggi risulta dentro alla griglia play off nell’ ultima posizione disponibile e quindi in piena corsa per centrare il secondo obbiettivo dopo quello della salvezza, che, va ricordato per non perdere di vista il valore del risultato, è arrivata con 8 giornate di anticipo.

Al Picco come detto Breda doveva rinunciare anche ad Ammari inserendo Tremolada sulla trequarti con Ardizzone nel terzetto di centrocampo. L’ inizio dello Spezia era prevedibilmente vivace. Lo schieramento dei bianchi prevedeva una superiorità a centrocampo con l’ Entella comunque attenta a chiudere tutti i varchi tanto che nonostante un possesso palla prolungato Iacobucci non è mai intervenuto per quasi tutto il primo tempo dovendo deviare in tuffo soltanto nel finale una sbucciata all’ indietro di Ardizzone. E’  vero che sul fronte opposto anche l’ Entella ha costruito poco limitandosi a qualche bella iniziativa di un ispirato ex come Catellani e ad un tiro dal limite di Tremolada deviato in angolo da Chichizola. Uno zero a zero equo quello con cui si è chiuso il primo tempo.

Nella ripresa lo Spezia ci prova con un cross di Migliore che, deviato, diventa pericoloso per Iacobucci il quale nulla può pochi minuti dopo sul diagonale dello stesso giocatore spezzino il quale raccoglie uno spizzico di Granoche e batte al volo con precisione chirurgica. Per l’ Entella diventa salita, Caputo non riesce quasi mai a liberarsi dalla morsa di Terzi anche perché poco servito da dietro. Un diagonale di Catellani al volo resta l’ unico squillo della ripresa nella quale Breda prova a cambiare qualcosa con ciò che ha a disposizione non riuscendo tuttavia a mutare l’ inerzia della partita. A chiudere il risultato ci pensa Pulzetti, appena entrato, che raccoglie una sponda del solito Granoche e con un’altra conclusione pregevole batte Iacobucci per il 2-0.

Come accaduto in precedenza Breda non è allenatore da piangersi addosso o da accampare alibi per questo motivo già domattina la squadra torna in campo per preparare il turno infrasettimanale contro il Latina, rivedendo ciò che non ha funzionato oggi e magari con la speranza di recuperare qualcuno tra gli infortunati o rimettere in condizione quei giovani che tra Primavera e prima squadra hanno anch’ essi collezionato diversi impegni nelle ultime settimane. La classifica aspetta l’ Entella per alimentare ulteriormente quel sogno chiamato play off che agli occhi di molti oggi sembra un obbiettivo scontato ma che, va ricordato, per l’ Entella confermatasi in categoria per il 4 anno consecutivo, rappresenterebbe il punto più alto nella sua ultracentenaria storia.

Questo lo diciamo sempre per apprezzare dove siamo arrivati senza perdere di vista da dove siamo venuti. 

                                                                                                                                                                               marcobianchi